Rete dei Comunisti – Bologna
Qualche immagine dall’iniziativa di ieri al Parco della Zucca, in occasione dei 45 anni dalla strage fascista e di Stato del 2 agosto 1980. Una bomba piazzata da manovalanza neofascista, coperta dagli apparati dello Stato e dalla NATO, colpì la stazione di Bologna uccidendo 85 persone. Ma la strategia della tensione non si è fermata lì.
A Bologna e in Emilia-Romagna, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, nuove forme di guerra non convenzionale hanno attraversato il territorio: la cosiddetta “banda della Uno Bianca”, la “Falange Armata”, l’intreccio tra crimine, forze dell’ordine e apparati deviati. Eventi spesso raccontati come devianza criminale, ma che rivelano invece una continuità politica: colpire la società, intimidire, impedire ogni organizzazione autonoma dal basso.
Questi fatti vanno riletti alla luce di un contesto più ampio, segnato dalla fine del mondo bipolare, dalla nascita dell’Unione Europea, dal riassestamento dell’ordine capitalista occidentale. In questo quadro, le classi dirigenti italiane hanno scelto la strada della simbiosi tra austerità, repressione e obbedienza alle strategie dell’Alleanza Atlantica.
Rimettere mano a questa storia significa fare chiarezza sulle radici dell’oggi, e dotarsi di strumenti per organizzarsi contro il ritorno di quelle stesse logiche: guerra, militarizzazione, gestione autoritaria del disagio sociale.