In questi ultimi mesi il nostro paese ha visto un ritorno progressivo di mobilitazioni popolari al fianco del popolo palestinese, culminati negli scioperi generali del 22 settembre e del 3 ottobre, infine nella manifestazione nazionale del 4 ottobre. Milioni di lavoratori, giovani, studenti, donne, migranti hanno preso possesso del paese paralizzando in decine di città la produzione e la circolazione delle merci su gomma, rotaia, aeroporti e porti. Mobilitazioni che hanno messo in seria difficoltà sia il governo Meloni, sia la finta opposizione di “sinistra” che vorrebbe riacquisire una credibilità dopo 30 anni di governi antipopolari.
La nostra valutazione su questi straordinari eventi ci porta a dire che, dopo decenni di relativa pace sociale, ampi e differenziati soggetti sociali del nostro paese hanno trovato intorno all’orrore per il genocidio in atto a Gaza un coagulo di alto valore solidale e internazionalista, accendendo una miccia che ha fatto esplodere un malessere sociale generalizzato, portando nelle piazze, insieme alla solidarietà umana e politica al fianco della resistenza palestinese, il rifiuto netto delle politiche di complicità con il genocidio, belliciste ed antipopolari del governo Meloni e della UE.
Una disponibilità alla lotta da prendere in seria considerazione nel percorso di costruzione di un’area indipendente che rompa finalmente un bipolarismo asfissiante, all’origine del mostruoso calo di partecipanti al voto, come dimostrano le ultime elezioni regionali nelle Marche e ancor più in Calabria.
La forza sprigionata dalle mobilitazioni di questi mesi e’ incanalabile in un progetto politico di alternativa alle sabbie mobili di coalizioni intercambiabili nelle loro politiche di fondo? In politica niente e’ calcolabile preventivamente, ed e’ fondamentale dotarsi di una soggettività politica e sociale in grado di rendere stabile il conflitto di classe ed internazionalista nel nostro paese.
Di una cosa siamo certi: senza una intelaiatura organizzativa di carattere politico, sociale, sindacale e giovanile costruita con fatica e controcorrente in questi lunghi anni di stasi sociale queste mobilitazioni non avrebbero avuto gli ambiti e gli spazi entro i quali muoversi. Gli scioperi di USB e del sindacalismo di base in questi due anni di mobilitazioni ne sono la testimonianza più lampante.
Ora si tratta di rafforzare e rendere più radicato un progetto politico di rappresentanza, di cui la lista unitaria TOSCANA ROSSA presentata in Toscana e’ tassello fondamentale.
In questa prospettiva indichiamo in essa il soggetto che incarna concretamente questo percorso, dando indicazione a tutti i comunisti, agli internazionalisti ed a chi si batte per la costruzione di un mondo libero dal capitalismo di votare e di far votare per questa lista alle prossime elezioni regionali del 12 e 13 ottobre.
Rete dei Comunisti Toscana
Per contatti: 3384014989
www.retedeicomunisti.net
