Mobilitazione permenente per la Palestina e contro genocidio, guerra e riarmo
Gravissimo atto di repressione contro API e il suo presidente Mohammad Hannoun, colpito da un foglio di via di un anno da Milano.
Terrorizzato dalla straordinaria ondata di mobilitazione per la Palestina dell’ultimo mese, ora il combinato disposto tra propaganda sionista e criminalizzazione delle lotte da parte dei giornalacci delle destre da una parte e repressione governativa dall’altra sta provando a rimettersi in moto.
Così vediamo dall’alto calare l’operazione del ddl 1627, mentre la gestione delle piazze si irrigidisce – pensiamo a quanto successo venerdì a Roma – e la repressione prende di mira realtà e figure da sempre in primo piano nella solidarietà alla Palestina e nelle manifestazioni come API e Hannoun, per mandare un messaggio a tutte le centinaia di migliaia di persone che si sono mobilitate e continuano a farlo.
La stessa dinamica che abbiamo visto nel caso delle infiltrazioni in Potere al Popolo e Cambiare Rotta e già più volte nei confronti dello stesso Hannoun: i giornali più reazionari del paese preparano il terreno criminalizzando le lotte e la solidarietà e la repressione raccoglie quanto seminato, in questo caso su mandato diretto del governo.
Ma l’abbiamo detto e indietro non si torna: gli argini si sono rotti e non ci faremo intimidire, continuando con ancora più forza a mobilitarci, al fianco di Hannoun e API e della tantissime realtà e singoli che da due anni sono scesi senza sosta in piazza, continuamente spinte in avanti dal protagonismo palestinese, operaio e studentesco.
Subito ieri il corteo di Milano ha ribadito che la lotta per la Palestina e la rottura di ogni accordo e complicità con Israele non si fermeranno, così come la mattina eravamo anche a Roma per l’assemblea nazionale “Bloccare tutto per cambiare tutto” e a Pavia per la manifestazione contro il convegno guerrafondaio sulla “difesa europea”, organizzato dalla Leonardo insieme all’esercito italiano e diverse istituzioni, tra cui lo stesso comune e l’università.
Un convegno che metteva nero su bianco i piani bellicisti e antipopolari delle classi dirigenti euroatlantiche e servilmente recepiti da governo Meloni e false opposizioni, nel filo nero che lega il supporto a Israele con i piani di guerra e riarmo rivolti contro tutti i Sud del mondo, dal Medio-Oriente all’Africa all’America Latina, dove l’amministrazione Trump ha definitivamente scoperto le carte sulla volontà di intervenire militarmente contro il Venezuela bolivariano.
Dai posti di lavoro, alle piazze, alle scuole e alle università, la mobilitazione a sostegno del popolo palestinese quindi non si ferma, continuando sulla strada – approfondita e rilanciata dalle 100 assemblee permanenti – della rottura di ogni accordo e complicità con lo stato terrorista di Israele nel quadro di un’opposizione complessiva al riarmo e all’economia di guerra a trazione Nato e UE, funzionali al sostegno criminale a Israele e a loro volta normalizzate dall’ideologia sionista.
Guardando ai prossimi importanti appuntamenti locali e nazionali e verso lo sciopero generale contro la finanziaria di guerra proclamato dall’USB per il 28 novembre – con manifestazione nazionale a Roma il giorno dopo – continuiamo a mobilitarci e a bloccare tutto, per la Palestina e contro genocidio, guerra e riarmo.
Solidali con API e Hannoun, con la Palestina fino alla vittoria!


