Roma, giovedì 4 dicembre, ore 18:30, Circolo GAP (via dei Sabelli, 23)
Dalla sciagura del “12 ottobre 1492” a oggi, l’occupazione delle terre, l’espropriazione delle risorse e il genocidio dei popoli nativi sono state alla base dello sviluppo dei Paesi capitalisti occidentali.
La ritrovata centralità politica a livello internazionale della resistenza del popolo palestinese ha di nuovo fatto emergere due temi, lasciati in disparte negli ultimi anni: colonialismo e genocidio.
L’espansione coloniale da parte dello Stato d’Israele in Palestina e il piano scientifico di pulizia etnica e sostituzione della popolazione autoctona sono in realtà alla radice dell’odierno Occidente collettivo, come nel caso del primo ciclo di accumulazione ai danni delle Americhe, come oggi chiamiamo il “nuovo mondo”, che ovviamente nuovo non era, se non per i predoni del “vecchio continente.
Le tappe con cui il Capitale ha modellato gran parte della società contemporanea nel tempo hanno tentato di rimuovere l’origine coloniale e genocidaria della sua imposizione, non solo nello sfruttamento del lavoro, ma nella “accumulazione primitiva”.
Ma la crisi degli imperialismi occidentali e l’emersione di ipotesi di sviluppo e soprattutto progresso fuori dal “giardino” – secondo l’espressione razzista di Josep Borrell – crediamo impongano la necessità di riconsiderare la più recente storia dei Paesi europei e dell’occidente capitalista.
Vista dal Sud globale, questa storia di natura borghese e classista è caratterizzata molto più da sterminio che da progresso, da sfruttamento che da emancipazione, da costrizione che da libertà.
Con questa prima iniziativa vogliamo inaugurare un percorso insieme ai protagonisti del “Nuevo mundo” (definizione del Foro de Caracas) che indaghi e porti al centro del dibattito le reali radici dell’Occidente (almeno nella fase capitalista) e che contrasti la visione eurocentrica della storia, assunta da gran parte della “sinistra” anche in Italia e in Europa.
Partiremo con l’occupazione coloniale e il genocidio dei popoli nativi nel continente americano per mano delle potenze europee, cominciati con l’invasione di Cristoforo Colombo.
I modelli di colonialismo, il ruolo di aristocratici, pirati e banchieri, la funzione del commercio, l’ecocidio come strumento del genocidio, la gerarchizzazione razziale, le rivolte anticoloniali, schiavitù, deportazione e segregazione, giù fino a nostri giorni e i temi dell’integrazione, del razzismo del linguaggio, della colonizzazione del pensiero.
Tutti temi che vogliamo affrontare con singole, singoli e comunità immigrate disponibili al confronto e all’attivazione qui e ora per combattere gli imperialismi occidentali, la politica neocoloniale dell’Unione Europea, il militarismo della Nato, l’asservimento dei nostri governi al grande capitale.
La prima occasione sarà a Roma, giovedì 4 dicembre, alle ore 18:30 presso il Circolo GAP di Roma (via dei Sabelli, 23), insieme a Claudio Ursella e tanti altri.


