Rete dei Comunisti – Bologna
Lo ribadiamo con forza: non accettiamo la criminalizzazione di chi lotta contro un genocidio.
Il 22 settembre eravamo in centomila a Bologna. Una marea ha attraversato la città per fermare il massacro in Palestina.
Anche ieri, in oltre 100 piazze in tutta Italia, migliaia di persone hanno manifestato in solidarietà con la Flottilla e per rompere l’assedio a Gaza. Solo a Bologna eravamo almeno in 10.000.
La risposta dello Stato è stata repressione: quattro arresti (tra cui una minorenne), decine di denunce, tre feriti almeno. Le accuse sono pesanti: blocco stradale, resistenza, lesioni.
Ancora una volta si tenta di colpire chi esprime dissenso, dividere il fronte solidale, isolare chi lotta.
Queste denunce dimostrano, per l’ennesima volta, il ruolo che Stato e diritto giocano nel tutelare gli interessi economici dell’occidente. Ci dimostrano anche l’ipocrisia dei finti liberali che si riempiono la bocca di diritto e di giustizia per dividere i buoni dai cattivi.
Questo caso è emblematico: Israele calpesta da decenni ogni trattato internazionale, affamando e massacrando una popolazione sotto occupazione facendo carta straccia del diritto internazionale.E mentre chi bombarda resta impunito, il diritto si accanisce contro ragazze e ragazzi che alzano la voce contro il genocidio.
Siamo di fronte alla prima applicazione del nuovo decreto sicurezza, ex DDL 1660: una norma repressiva pensata per colpire chi dissente, non chi bombarda.
Non accettiamo la logica dei buoni e dei cattivi. Il vero crimine è il genocidio, sostenuto dalla complicità dei governi occidentali.
A Bologna come a Milano, la risposta è chiara: non ci faremo intimidire. Non ci faremo dividere.
La solidarietà è la nostra forza. Fermare il genocidio è un dovere e un diritto di tutte e tutti
