Partigiani contro la guerra
Contro la partecipazione dell’Italia al conflitto, la NATO, l’invio di armi e le spese militari.
Alcuni scatti dalle piazze del 25 Aprile.
Contro la partecipazione dell’Italia al conflitto, la NATO, l’invio di armi e le spese militari.
Alcuni scatti dalle piazze del 25 Aprile.
[RdC – Rete dei Comunisti, Cambiare Rotta – Organizzazione Giovanile Comunista e O.S.A.- Opposizione Studentesca di Alternativa] TORINO Giardini Alimonda ore 12:30 MILANO Piazza Cavour ore 15:00 GENOVA Piazza Corvetto 24/4 ore 18:00 BOLOGNA Piazza XX Settembre ore 9:00 Piazza dell’Unità ore 10:00 PISA Piazza San Silvestro ore 12:00 ROMA Porta San Paolo ore 9:00 Piazza delle Camelie ore 10:00 LATINA Capo Portiere ore 11:00 VITERBO Parco di Riello ore 13:00 MONTEROTONDO Parco Don Pugliesi ore 17:00 POMEZIA Via Catullo ore 13:00 NAPOLI Piazza Dante ore 10:00 BARI Piazza Prefettura ore 10:00
[Rete dei Comunisti, Cambiare Rotta – organizzazione giovanile comunista, OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa)] Contro la partecipazione dell’Italia al conflitto, la NATO, l’invio di armi e le spese militari. La crisi del modo di produzione capitalista accresce a dismisura la competizione tra i differenti blocchi geo-politici in formazione e si è trasformata da un anno a questa parte, dopo la fuga dell’Occidente dall’Afghanistan con l’escalation bellica in Ucraina, in conflitto aperto. Oggi come alla vigilia della Prima e della Seconda Guerra Mondiale le contraddizioni generate dal modo di produzione capitalistico, non sembrano lasciare intravedere una ipotesi alternativa ad una marcata tendenza alla guerra
«La giungla potrebbe invadere il giardino e i giardinieri dovranno occuparsene». Il giardino: regno dell’ordine assai precario della tecnocrazia occidentale. E la giungla: il mondo fuori pronto a rimettere in discussione le gerarchie in nome di un nuovo ordine multipolare. Questa le categorie usate dai circoli dominanti occidentali per indicare un mondo che sta cambiando e reclutarci tutti per difendere la ragioni dell’imperialismo di casa nostra dal caos che regna al di là dei nostri confini. Spetta a noi comunisti non solo lottare per la rottura della gabbia euroatlantica ma anche indagare quali spinte portano oggi la crisi definitiva della mondializzazione e la ridefinizione della geografia economia e politica delle relazioni internazionali
L’acutizzazione della competizione globale e il riaffacciarsi della guerra come punto di rottura nelle relazioni internazionali, sposta in avanti il terreno della competizione stessa. Fino ad oggi prevalentemente economica e monetaria, la competizione ha assunto anche un carattere politico, ideologico e potenzialmente militare. Nel contesto della crisi sistemica del capitalismo, le tendenze disgreganti e conflittuali all’interno del blocco occidentale, rimangono comunque latenti, sia sul piano dei rapporti inter-statali, sia sul piano della stessa coesione statale. Gli USA rischiano, se non riescono ad esportare la guerra, di ritrovarsela in casa
[Michele Franco, Rete dei Comunisti] Il 24 Febbraio 2022 – un anno fa – la Guerra si palesava in maniera “improvvisa” nel cuore d’Europa. La Federazione Russa decideva di intervenire in Ucraina, più precisamente, nel territorio delle “Repubbliche Popolari del Donbass” per porre fine ai veri e propri pogrom che si consumavano in un assordante silenzio della “comunità internazionale” – ad opera del governo di Kiev – contro le popolazioni russofone e le loro ragioni storiche/sociali.
[RdC – Cambiare Rotta – OSA] La Rete dei Comunisti parteciperà il 25 febbraio alla manifestazione nazionale contro la guerra a Genova promossa dal Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP). Le parole d’ordine della convocazione – “abbassate le armi, alzate i salari” – riprendono lo slogan con cui la parte più combattiva del movimento operaio si è mobilitata da un anno a questa parte. Una mobilitazione che ha avuto tra i suoi momenti più significativi lo sciopero del Lavoro Privato della Unione Sindacale di Base del 22 aprile scorso – affiancato dagli studenti dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa -, e lo sciopero generale di tutto il sindacalismo di classe del 2 dicembre, con la manifestazione nazionale a Roma del giorno successivo.
[Rete dei Comunisti Toscana] Il conflitto in Ucraina si inasprisce ogni giorno di più, mettendo il luce i contrapposti obiettivi strategici che si confrontano in questo momento a livello globale. L’imperialismo occidentale, che ha trovato una precaria sintesi nell’euroatlantismo, non intende al momento cedere di un millimetro nella ricerca di una improbabile vittoria militare sul campo, mandando al macello decine di migliaia di ucraini e di mercenari, molti dei quali inquadrati nei battaglioni nazisti addestrati e armati dalla NATO. La Russia di Putin, che sintetizza in sé gli interessi del grande capitale di quel paese ma anche un forte sentimento popolare antioccidentale
Intervento di Giacomo Marchetti all’assemblea del CALP di Genova in preparazione della manifestazione del 25 febbraio 2023. Sabato 28 gennaio il CALP ha promosso una Assemblea pubblica per costruire una giornata di mobilitazione a Genova per il 25 febbraio e ha chiesto ai lavoratori e lavoratrici, ai cittadini e alle cittadine, ai sindacati alle organizzazioni sociali, collettivi, centri sociali, alle forze politiche di sostenere questa giornata; una occasione di lotta contro la guerra e per la pace tra i popoli e tra gli oppressi.
[Brancaccio, Giammetti, Lucarelli] Dimenticato dagli eredi più o meno degni della tradizione del movimento operaio, Marx viene invece letto, citato e celebrato dagli organi di stampa della grande finanza mondiale, dall’“Economist” al “Financial Times”. Un paradosso solo apparente, che si spiega con il crescente interesse delle classi dominanti verso la grande ambizione del metodo scientifico marxiano: disvelare le “leggi” di movimento del capitalismo per tentare di anticipare le sue traiettorie. La più rilevante di queste “leggi” trae origine dalla feroce competizione tra capitali che ogni giorno sui mercati determina vincitori e vinti, con i primi che “uccidono e mangiano” i secondi