Rete dei Comunisti
La Rete dei Comunisti aderisce convintamente alla manifestazione nazionale a sostegno della resistenza palestinese convocata per sabato 27 settembre a Roma.
La mobilitazione al fianco dei diritti del popolo palestinese non dovrebbe essere nell’agenda politica solo nei momenti di dramma ed emergenza come l’ennesimo massacro compiuto a Gaza dalle forze armate israeliane.
Troppo spesso si dimenticano le complicità e le responsabilità che consentono ad Israele di agire attraverso il terrorismo di Stato senza mai subire sanzioni o ritorsioni da parte della cosiddetta comunità internazionale. Per molto meno di quanto fatto dall’apparato di occupazione israeliano in Medio Oriente e contro la popolazione palestinese, altri Stati hanno subito embarghi, sanzioni e addirittura interventi militari “punitivi”, processi nelle istituzioni giudiziarie internazionali.
E’ questo doppio standard che rende inaccettabili le argomentazioni sulle guerre umanitarie, la legalità internazionale e le campagna sui diritti umani agitate dalle potenze imperialiste quando devono destabilizzare o aggredire un paese che ostacola i loro interessi strategici come accaduto in Iraq, Libia o hanno tentato di fare in Siria.
Il problema è che Israele è invece un cardine degli interessi strategici imperialisti in Medio Oriente e che spesso si incarica di fare “il lavoro sporco”. Contro i palestinesi ma non solo.
Una “comunità internazionale” che ha digerito senza ripercussioni l’ultimo massacro di Gaza e che ancora prima aveva digerito Piombo Fuso o il sistematico sistema di spoliazione e apartheid attuato dalle autorità israeliane contro i palestinesi o il riarmo nucleare di Israele fuori da ogni trattato o ispezione, ne è pienamente corresponsabile.
Bene hanno fatto le organizzazioni della resistenza palestinese a rifiutare per ben due volte la tregua che veniva proposta durante i bombardamenti di Gaza. Una semplice tregua senza meccanismi che ponessero fine all’assedio e alla lenta morte dei palestinesi chiusi da anni in un carcere a cielo aperto, non sarebbe valsa la morte di centinaia di uomini, donne, bambini sotto le bombe israeliane.
E bene fanno le organizzazioni della resistenza palestinese a tenere sotto pressione Israele senza concedere una pace che non preveda la giustizia e lo stop all’occupazione coloniale dei territori palestinesi attraverso gli insediamenti. Il sionismo reale dominante oggi, rende Israele un paese più simile ad un regime fascista di tanti altri.
Chi si dice equidistante tra le ragioni di Israele e quelle dei palestinesi è un complice dell’occupazione israeliana, del doppio standard e della asimmetria nella giustizia e nelle relazioni internazionali. E’ bene ricordare che l’Italia – con governi di centro-destra o centro-sinistra – non ha mai cessato di essere complice del colonialismo israeliano attraverso accordi di cooperazione militare, accordi economici e accordi di cooperazione scientifica rilevanti. L’Italia ha recentemente venduto aerei per addestramento militare a Israele, consente ai bombardieri israeliani di partecipare alle prossime manovre militari in Sardegna, Finmeccanica collabora nel settore dei satelliti e delle tecnologie avanzate. E’ stato fatto altrettanto nei confronti dei palestinesi? E allora perchè parlare ipocritamente di equidistanza, due popoli due stati, pace in Medio Oriente?
Per questi motivi e perchè la lotta dei palestinesi continua a configurarsi nitidamente come una lotta tra oppressi e oppressori, tra chi rivendica l’autodeterminazione e chi occupa, è opportuna la manifestazione di solidarietà con la Palestina del 27 novembre.