Il 9 novembre 2019 saranno 30 anni da quel fatidico 9 novembre del 1989.   
  Quella  sera “cadde” il Muro di Berlino, si avviò la fine della Repubblica  Democratica Tedesca (DDR) e si accelerò quel sommovimento, che già era  in atto sottotraccia da anni, che portò alla fine dell’Unione Sovietica,  del Patto di Varsavia e del Comecon (1991).  
  Per  i pennivendoli della borghesia, per gli esegeti del capitale e per  quanti fino ad allora “comunisti” si scoprirono, improvvisamente” “post  e/o nuovi” il momento della caduta del Muro rappresenta la fine del  comunismo e – finalmente – il dispiegamento a scala globale delle virtù  mirabolanti del liberalismo e della sacralità del mercato.  
  Mentre  ci avviciniamo al trentesimo anniversario sta crescendo nei media e nel  complesso delle fonti della dis/informazione deviante una smodata  grancassa sul quel periodo con al centro il solito obiettivo:  l’opacizzazione e la rimozione dell’idea/forza del Comunismo e la  cancellazione, anche dal cosiddetto senso comune vigente, di  qualsivoglia opzione politica che, anche lontanamente, possa alludere al  superamento di questi odiosi rapporti sociali.  
  Ripubblichiamo – specie per i nostri lettori più giovani – un estratto tratto dal testo “Leragioni dei comunisti oggi” edito nel maggio del 1994 da Contropiano (formalmente la Rete dei Comunisti non si era ancora costituita).   
  Nel  testo che presentiamo i compagni iniziarono a formulare una prima  Ipotesi di Bilancio dell’esperienza storica del socialismo in URSS e dei  fattori che avevano contribuito all’implosione del PCUS e di tutta la  costruzione politica e statuale che, comunemente, veniva definita come  “socialismo reale”.  
  Questo  testo – scritto pochi anni dopo il biennio 1989/1991 – non offrì  allora, e quindi ancora di più oggi, risposte esaustive e compiute  all’esigenza di bilancio di una esperienza comunque grandiosa e  significativa per il proletariato internazionale e la storia  dell’umanità.   
  Parimenti,  però, questo testo ebbe il merito di avviare una discussione seria su  quella sperimentazione sociale e politica sforzandosi di effettuarla con  un metodo materialista e scientifico in antitesi alla vulgata di  pentitismo e di irresponsabile rimozione che permeò l’intera sinistra  occidentale ed anche le “formazioni comuniste” dell’epoca.  
  Buona lettura.  
La redazione del sito della Rete dei Comunisti  5 novembre, 2019  

