Concluso il soggiorno delle delegazioni a Caracas
Rete dei Comunisti – Cambiare Rotta – O.S.A.
Nell’ultimo giorno passato dalla nostra delegazione a Caracas siamo stati ospiti, in mattinata, della rete televisiva delle Forze Armata Nazionali Bolivariane (FANB), nella popolare trasmissione che va in diretta dalle 7 alle 9 per parlare del processo elettorale, dell’esperienza delle Comunas, di Palestina e delle battaglie che conduciamo in Italia.
Successivamente abbiamo avuto un incontro con il Vicepresidente Edwin Díaz Muzaly dell’Instituto de altos estudios del pensamiento del Comandante Supremo Hugo Rafael Chávez Frías. L’istituto si occupa di raccogliere, sistematizzare, studiare ed rendere disponibile l’esperienza biografica ed il profilo teorico-politico del “Comandante Eterno” attraverso pubblicazioni cartacee e strumenti digitali. È stato uno scambio molto fruttuoso che è terminato delineando importanti ipotesi di collaborazioni oltre a quelle fino ad ora avute. Abbiamo ricevuto un graditissimo regalo per cui ogni partecipante ha ricevuto 3 libri ciascuno. Un patrimonio culturale prezioso – quello dei libri donati – che verrà socializzato e messo a disposizione di tutta l’organizzazione, trovando le forme migliori di divulgazione per lo studio di uno dei protagonisti – insieme a Fidel Castro – del Socialismo del XXI Secolo.
Il nostro soggiorno a Caracas si è concluso con una visita al Pantheon, ampliato recentemente con una sala dedicato esclusivamente a Simon Bolívar, che omaggia gli eroi e le eroine della storia del Paese dalla Resistenza alla colonizzazione da parte dei popoli originari, alle figure chiave dell’indipendenza venezuelana e latino-americana fino a tutti e tutte coloro che hanno reso grande il loro paese con le arti, la scienza e la cultura.
Torniamo in Italia avendo potuto conoscere da vicino la rivoluzione bolivariana che si caratterizza per una forte spinta verso la sovranità popolare, attraverso lo sviluppo di un socialismo comunitario che mette al centro il protagonismo di quelle classi subalterne che erano state politicamente “invisibilizate” e marginalizzate: popoli nativi, afro-discendenti, donne e lavoratori/trici.
Un traiettoria di emancipazione per cui lo strumento principale rimane l’organizzazione politica – il PSUV – e le sue articolazioni, con i quadri costantemente impegnati dentro il proprio blocco sociale in ogni ambito della società. Questa esperienza ci dà ancora maggior forza e determinazione nel perseguire il nostro lavoro qui, contro i nostri nemici di classe e costruire uno spazio politico indipendente per l’autonomia di classe che faccia della lotta per il Socialismo del XXI secolo la propria prospettiva.