Rete dei Comunisti
La recente provocazione militare degli Stati Uniti nei confronti del Venezuela crea un pericoloso precedente di militarizzazione dei Caraibi e di tutta l’America Latina. Washington, ha inviato infatti diversi mezzi militari aereo-navali ed un notevole contingente di Marines con la scusa della lotta al narco-traffico, attribuendo in maniera paradossale responsabilità dirette – per ciò che concerne il traffico internazionale di stupefacenti – al Presidente Maduro, così come a figure rilevanti dell’attuale dirigenza della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Non siamo però di fronte alla trama di un fantasioso thriller di fantapolitica prodotto da Hollywood ma all’ennesima tappa dello sviluppo della “guerra ibrida” contro un Paese al centro delle strategie di destabilizzazione dell’Occidente da più di un quarto di secolo. Washington ora rappresenta la Repubblica Bolivariana come una sorta di narco-stato in cui comandano potenti cartelli della droga.
Non è dato sapere se tale manovra manterrà la forma di una provocatoria prevaricazione propria della guerra psicologica, o è tesa al creare un “casus belli” – come ci ha insegnato la storia degli USA – preludio di una azione militare vera e propria.
La risposta diplomatica dei paesi latino-americani del variegato campo progressista e socialista, e delle cancellerie di Stati protagonisti dello sviluppo del mondo multipolare e multicentrico, insieme all’immediata mobilitazione della popolazione venezuelana sulla spinta di chi guida il processo bolivariano, sono reazioni importanti tese a ricordare a Washington che non può considerare l’America Latina il suo “cortile di casa” e che l’applicazione della Dottrina Monroe deve affrontare sia mutati rapporti di forza internazionali che l’avanzamento di un processo di emancipazione per la Nuestra America.
La sovranità popolare è difesa con i denti e con le unghie, non solo dal Venezuela, da Cuba socialista e dal Nicaragua sandinista, ma anche da altri paesi non sembrano proprio voler piegarsi ai dettami dell’amministrazione statunitense di fronte alle molteplici forme di pressione portate avanti dagli USA siano esse economiche, politiche o militari.
Bisogna scongiurare l’eventualità di un possibile scenario in cui un’altra linea di faglia nello scontro tra blocchi possa divenire l’ennesimo teatro di una escalation militare, considerata l’indole guerrafondaia che caratterizza le classi dirigenti occidentali. Sopratutto bisogna vigilare rispetto al tentativo velleitario di affondare il proprio attacco contro un’ipotesi concreta di Socialismo del XXI Secolo che ha ampiamente dimostrato la sua capacità di tenuta e di rilancio, ma che ora viene criminalizzata con l’assurda accusa di alimentare il traffico internazionale di droga, infamia che serve a legittimare probabilmente un’azione di forza militare tra le file dell’opinione pubblica statunitense, viste le conseguenze catastrofiche del consumo di droghe.
Come Rete dei Comunisti, insieme all’ampio arco di forze politiche e sociali che a livello mondiale riconosco nella Rivoluzione Bolivariana un faro dei processi di sganciamento dal blocco occidentale e dell’autodeterminazione politico-sociale del Sud Globale, esprimiamo la nostra incondizionata solidarietà alla popolazione venezuelana che è mobilitata in massa e capillarmente per difendere la pace e la prosperità che il socialismo ha conquistato per sé e che vuole “esportare” il più possibile oltre i propri confini.
Siamo al fianco del Presidente Maduro e dei compagni e delle compagne del PSUV in questa ennesima ingerenza statunitense. Il Venezuela vuole invertire la tendenza alla guerra che l’establishment occidentale sembra voler imporre per salvaguardare la propria declinante rendita di posizione in un contesto in cui sperimenta non più solo la crisi della propria egemonia ma del proprio dominio, rendendosi complice di un genocidio in Palestina, o alimentando una “guerra per procura” come in Ucraina, senza avere la capacità politico-militari di risolvere le crisi che crea o alimenta.
CON CHÀVEZ E MADURO!
VIVA LA RIVOLUZIONE BOLIVARIANA!
GIÙ LE MANI DAL VENEZUELA E DALL’AMERICA LATINA