Cuba, Colombia e Messico insorgono in difesa del Venezuela sotto assedio USA. Vasapollo: “difendere il principio universale di autodeterminazione dei popoli”
Rita Martufi e Salvatore Izzo
Alle pesanti intimidazioni USA ai danni del Venezuela, Cuba ha reagito con una dura condanna, considerandola una minaccia diretta alla stabilità e alla pace nella regione. La posizione ufficiale è stata espressa da diverse fonti, tra cui una dichiarazione della Casa de las Américas pubblicata dal quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cubano, Granma. Il messaggio di Cuba è chiaro e netto: no alla “diplomazia delle cannoniere” che rappresenta un grado avanzato delle tattiche aggressive e intimidatorie in atto da molto tempo ai danni di Caracs, richiamando alla mente le ingerenze storiche nella regione.
Nelle dichiarazioni, Cuba ha citato il pensatore e rivoluzionario cubano José Martí, esortando all’unità dei popoli del continente per resistere a quella che viene definita la “diplomazia delle cannoniere” e l’azione del “gigante delle sette leghe”, un chiaro riferimento agli Stati Uniti.
Riaffermazione della “Zona di Pace”: Il cancelliere cubano ha reclamato rispetto per l’America Latina e i Caraibi come “Zona di Pace”, un concetto promosso attivamente da Cuba per mantenere la regione libera da minacce e conflitti esterni.
L’Avana ha sottolineato come la presenza di navi da guerra statunitensi stia esacerbando le tensioni geopolitiche e mettendo a rischio la sicurezza dell’intera regione. E non solo ha condannato il presunto dispiegamento militare, ma lo ha interpretato come un atto di aggressione che minaccia l’autonomia e la sicurezza dell’America Latina, in linea con la sua tradizionale opposizione alle politiche di ingerenza degli Stati Uniti nel continente.
Anche il presidente colombiano Gustavo Petro ha espresso una ferma contrarietà alla crescente pressione militare statunitense contro il Venezuela. In particolar modo, ha denunciato ogni tentativo di intervento esterno come una violazione della sovranità nazionale, ribadendo che la convivenza e la cooperazione tra paesi latinoamericani non devono essere compromesse da strategie esterne
La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha reagito con un approccio più diplomatico ma ugualmente fermo: ha negato qualsiasi legame tra Maduro e il cartello di Sinaloa, sottolineando come tali accuse non siano supportate da prove ed ha respinto le richieste di Washington di militarizzare il Messico per sostenere l’azione contro i cartelli della droga, affermando che il suo paese difenderà sempre la propria sovranità.
Negli ultimi giorni, gli Stati Uniti hanno intensificato le pressioni sul Venezuela inviando tre cacciatorpediniere Aegis (USS Gravely, USS Jason Dunham e USS Sampson) nei pressi delle coste venezuelane, come parte di un’asserita operazione antimafia per contrastare il traffico di droga, secondo funzionari statunitensi. Lo stesso governo statunitense ha anche raddoppiato la taglia sulla cattura del presidente Nicolás Maduro portandola a 50 milioni di dollari, accusandolo di collusione con cartelli narcotrafficanti
Il Venezuela ha risposto mobilitando oltre 4 milioni di miliziani per proteggere la sovranità nazionale, definendo le azioni di Washington “minacce bizzarre e stravaganti”.
Il professor Luciano Vasapollo, economista e docente universitario, fondatore del capitolo italiano della Rete di Intellettuali e Artisti in Difesa dell’Umanità (REDH), ha dichiarato: “Difendere il Venezuela oggi significa difendere il principio universale di autodeterminazione dei popoli. Se passa il principio che si può rovesciare un governo con la menzogna e la forza, allora nessun popolo sarà più al sicuro. Il Venezuela è in prima linea, ma dietro c’è la dignità di tutta la Nostra America e di chiunque creda nella pace.”
Vasapollo ha commentato positivamente la pronta risposta dell’Assemblea Nazionele che a Carcas ha votato un accordo a difesa della sovranità del Paese. “L’Assemblea nazionale – evidenzia il docente – ha approvato il progetto di accordo ribadendo il suo sostegno al presidente Nicolás Madur, come c’è massimo appoggio e mobilitazione politica a difesa della pace di tutto il popolo chavista di fronte alle recenti accuse degli Stati Uniti che, senza prove, tentano di collegarlo al narcotraffico e in seguito all’annuncio dello schieramento di una forza aerea e navale nei Caraibi con la vergognosa scusa che sia per affrontare il flagello della droga, mentre il progetto imperialista è quello di attaccare il paese che oggi è in prima linea nella difesa del pluripolarismo e del sud globale con una cultura rivoluzionaria di pace”.
Rita Martufi e Salvatore Izzo