La rivelazione del New York Times secondo cui Donald Trump avrebbe autorizzato la Cia a condurre operazioni segrete e letali contro il presidente venezuelano Nicolás Maduro e nei Caraibi ha provocato indignazione nel mondo antimperialista. Tra le voci più ferme quella di Luciano Vasapollo, economista e già delegato del rettore della Sapienza per i rapporti con l’America Latina, che parla di “un atto di guerra imperialista contro un popolo sovrano”.
«Se confermata, questa notizia rappresenta l’ennesima prova della strategia criminale degli Stati Uniti, che non tollerano governi indipendenti né processi di autodeterminazione nel Sud del mondo», afferma Vasapollo. «Dopo aver strangolato il Venezuela con sanzioni illegali e tentativi di golpe, ora Washington avrebbe autorizzato addirittura operazioni letali della Cia (compreso l’ attentato del 4 agosto 2018 con i droni, nella foto, ndr). È un salto di qualità gravissimo, che viola ogni principio di diritto internazionale e conferma come la democrazia sia per gli Usa solo uno slogan da usare contro i loro nemici».
Secondo l’economista, la politica statunitense nei confronti del Venezuela è da anni un laboratorio di aggressione economica, mediatica e militare. «Dopo il fallimento dell’opposizione guidata da Guaidó e il sostegno popolare che ancora circonda Maduro, l’imperialismo tenta la via della destabilizzazione armata. Ma il popolo venezuelano ha già dimostrato di non piegarsi, difendendo con coraggio il proprio modello di democrazia partecipata e il diritto alla sovranità energetica».
Vasapollo richiama inoltre la complicità dell’Europa: «L’Unione Europea, invece di denunciare questa escalation, continua a seguire la linea di Washington, contribuendo al blocco economico e alimentando la propaganda contro Caracas. È la stessa logica coloniale che si ripete contro Cuba, il Nicaragua, la Bolivia: punire chi rifiuta di essere vassallo degli interessi statunitensi».
Da parte sua, l’economista lancia un appello alla solidarietà internazionale: «Serve una mobilitazione mondiale per difendere il Venezuela e il diritto dei popoli latinoamericani a scegliere il proprio destino. Trump e i suoi alleati non vogliono la democrazia, vogliono il petrolio e il controllo delle rotte caraibiche. Ma la storia ha dimostrato che l’America Latina non si lascia dominare: la rivoluzione bolivariana è viva, e con essa la dignità di un continente intero».
L’inchiesta del New York Times conferma dunque, secondo Vasapollo, che il progetto statunitense non è mai cambiato: “divide et impera”, ovvero piegare con la forza chi resiste all’egemonia economica e militare. «Ma la resistenza dei popoli – osserva – non si cancella con i droni della Cia né con le menzogne dei media: è la forza della dignità che farà fallire anche questo nuovo atto di guerra».
«Ci proponiamo di indagare le forme attuali dell’imperialismo», afferma il prof. Vasapollo, «quelle che si manifestano oggi nelle sanzioni economiche, nei ricatti finanziari, nei rapporti di dominio tra Nord e Sud del mondo. Tutti fenomeni che possono essere definiti, senza esitazione, come neocolonialismo».
Il docente sottolinea come questo sistema di sopraffazione si esprima in molteplici campi: «Alla guerra economica e al ruolo dei servizi segreti, che operano per mantenere l’egemonia delle potenze occidentali, abbiamo dedicato grande spazio nelle nostre analisi». E aggiunge: «Noi ci richiamiamo al marxismo, da cui traiamo la metodologia d’indagine scientifica, ma anche agli insegnamenti di altri rivoluzionari che hanno saputo comprendere fino in fondo le ragioni dei popoli in lotta, valorizzandone la cultura, le tradizioni e gli stili di vita».
Riflettendo sul significato attuale delle lotte di liberazione, Vasapollo prosegue: «Come abbiamo detto, ci richiamiamo alla resistenza dei popoli per la loro indipendenza economica e politica. Difendiamo le patrie che non si piegano alle pretese imperiali, tanto degli Stati Uniti quanto dell’Unione Europea». E poi osserva: «Si potrebbe fare un lungo discorso, ma basta guardare le cronache per vedere l’intervento di trame oscure che hanno come unico denominatore la guerra contro i popoli che scelgono la via della propria indipendenza».
«Oggi — denuncia l’economista — assistiamo a un dramma che si ripete: vittime civili in tutti i Paesi colpiti da sanzioni e da blocchi economici. Persone inermi cui viene negato il diritto alla salute, all’alimentazione, alla dignità, solo perché hanno scelto di non sottomettersi ai rapporti di dipendenza imposti dalle potenze imperialiste».
Infine, conclude Vasapollo, «per questo il Capitolo italiano prosegue la propria battaglia per denunciare e far conoscere i crimini contro l’umanità perpetrati dall’imperialismo, ancora oggi attivo nel negare a chi osa dire “no” il diritto stesso alla vita».