6 novembre – ore 16.00
Consolato Rep. Bolivariana di Venezuela – Via Depretis 1 02 (NAPOLI)
Non sorprende che la ricerca di mantenere una rendita di posizione da parte dell’Occidente nei confronti del mondo multipolare in formazione, e l’iper-competività tra blocchi politico-economici costringa le classi dirigenti occidentali a legittimare squallide figure della pseudo-opposizione che reclamano l’intervento militare esterno, proprio mentre gli Stati Uniti stanno fortemente aumentando la pressione militare sui Caraibi. Con un inedito dispiegamento di uomini e mezzi – pari a circa il 14% della forza navale che impiega a livello mondiale – gli USA minacciano direttamente Venezuela e Colombia, ed in generale, la pace nell’intera regione con una sorta di riedizione della diplomazia delle cannoniere attraverso l’invenzione della lotta al “narco-terrorismo”. (…)
Ora la minaccia militare sembra l’ultima carta che “lo Zio Sam” può giocarsi sia sul fronte interno contro un’opposizione di piazza che sembra rialzare la testa, sia nella sua proiezione continentale, tenendo conto della sua incapacità di imporre le proprie scelte nei vari quadranti dell’attuale Risiko geo-politico, ed avendo da tempo persa la funzione di game changer, decisore finale delle sorti del pianeta. (…)
In questo contesto, per i comunisti in Occidente, è vitale difendere le esperienze che sono i punti di tenuta e di rilancio della transizione socialista nel mondo multipolare, in grado di dare forza e prospettiva strategica ad una ipotesi di rottura politica anche in Occidente, mutuando le acquisizioni più importanti di tali esperienze e la capacità di mobilitazione di massa verso il Socialismo del XXI Secolo. (…)
Con la Repubblica Bolivariana del Venezuela


