Redazione Contropiano
Si è concluso ieri il campeggio estivo delle formazioni politiche giovanili Cambiare Rotta e Opposizione Studentesca d’Alternativa (Osa), andato in scena dal 15 al 21 luglio in riva al mare di Paestum.
Il Sierra Maestra Camp, questo il nome del campeggio giunto alla quarta edizione, ha visto una settimana intensa con 12 iniziative, 4 serate musicali, vari tornei sportivi e qualche ritaglio di tempo per fare un meritato tuffo in mare.
Ad animare la settimana di campeggio ci hanno pensato le più di 500 presenze, in larghissima parte appartenenti alle due organizzazioni, che non hanno mancato di dialogare con le realtà associative, sociali, studentesche, sindacali e politiche con cui sono stati condivisi momenti di piazza e di approfondimento durante l’anno di lotte.
La realtà che è emersa da queste giornate è di un movimento giovanile organizzato in continua crescita ed espansione, con momenti di discussione anche di altissimo livello, alle prese con i fisiologici limiti data la giovane età e che proprio per questo non smette di cercare il confronto, approfondire lo studio, interrogarsi e agire di conseguenza per continuare a portare la prospettiva di una rottura radicale con l’esistente all’interno delle nuove generazioni.
Le iniziative politiche hanno ricalcato tutta la gamma dei temi affrontati da Cambiare Rotta e Osa durante l’anno, come l’internazionalismo, la questione femminile e ambientale, la repressione delle lotte e del dissenso, il riarmo voluto da Nato e Ue, la lotta all’imperialismo e al sionismo.
E poi momenti di riflessione specifica sulle condizioni degli studenti e delle studentesse, dalle scuole alle università, in sintonia con i lavoratori e le lavoratrici che in quegli istituti vivono, da un’altra prospettiva, la stessa condizione di declino e di mancanza di prospettive sperimentate e denunciate dai giovani di questo paese.
Una serata particolare è stata dedicata alla presentazione del terzo volume de “Una storia anomala”, il racconto politico dell’esperienza che oggi fa riferimento alla Rete dei Comunisti e di cui Cambiare Rotta e Osa vogliono esserne la continuazione da far vivere tra le nuove generazioni.
Il filo rosso che ha unito le diverse giornate è stata la convinzione della possibilità di continuare ad aprire spazi di conflitto nel Paese, volti alla costruzione di una proposta autonoma e indipendente non solo dall’imperialismo e dalla destra al governo, ma soprattutto da quel centro-sinistra politico, sindacale e associativo che ha abbandonato ogni prospettiva di classe, finendo per essere strumento utile al capitale per lo sfruttamento dei lavoratori, delle donne, dei giovani, dei migranti e dell’ambiente.
Lo sciopero studentesco del 5 aprile, le manifestazioni contro guerra ed esercito europeo del 15 marzo e del 21 giugno, lo sciopero generale del 20 giugno, tutti passaggi di un percorso che ha visto Cambiare Rotta e Osa protagonisti e che sta maturando l’emersione di un blocco sociale organizzato e conflittuale che non accetta più nessun passo indietro rispetto al nemico di classe.
Se queste sono le premesse, il clima respirato tra le tende del campeggio è una ventata di aria fresca rispetto alla crisi in cui l’Occidente sta trascinando, o vorrebbe trascinare, tutti i popoli del mondo.
Se “los s-barbudos” insieme a “las mujeres” di Cambiare Rotta e Osa che hanno attraversato il campeggio continueranno sul percorso tracciato, non ci sarà repressione o infiltrato che potrà fermare l’avanzata di quel Nuevo Mundo lanciato tra le fila dell’Internazionale antifascista a Caracas e che afferma la sua necessità nel nostro Paese, così come nella decrepita, coloniale e sempre più reazionaria Europa.