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Rete Dei Comunisti
Come Rete dei Comunisti vogliamo salutare i più di 400 delegati provenienti da oltre 100 Paesi giunti in Italia per il 18° Congresso della FSM/WFTU che si terrà dal 6 all’8 maggio, e tutti quelli che lo seguono da remoto.
É un onore avervi nel nostro Paese, dopo più di 70 anni dall’ultimo Congresso che si svolse in Italia quando ancora erano ben visibili le macerie provocate dal Secondo Conflitto Mondiale e tante vite di giovani, operai e donne erano state sacrificate per liberarci dal nazi-fascismo. Ed è uno spettacolo assai triste vedere insultata la loro memoria con il governo Draghi ed il Presidente Mattarella che equiparano la Resistenza italiana di ieri, alla suddetta “resistenza” ucraina di oggi, ed ai suoi famigerati battaglioni nazisti.
I più di due anni di pandemia, i conflitti armati che dilaniano l’umanità, ed una crisi ecologica sempre più grave, dimostrano la pericolosità dell’attuale modello di sviluppo capitalista.
Un modo di produzione, quello capitalista, in cui una piccolissima porzione della popolazione mondiale sfrutta le ricchezze prodotte dal lavoro vivo di miliardi di persone, usa la tecnologia non per il soddisfacimento dei bisogni dei più, e sperpera la ricchezza del pianeta, lasciando languire una fetta sempre più grossa della popolazione mondiale in una assoluta povertà, senza una casa, un lavoro ed un pasto dignitoso, in assenza di cure mediche ed istruzione.
L’imperialismo occidentale degli Stati Uniti e quello dell’Unione Europea, grazie all’Alleanza Atlantica vogliono imporre il loro ordine mondiale neo-coloniale annichilendo sul nascere il sorgere di un mondo multipolare. Un mondo dove gli Stati ed i Popoli – specie quelli del Sud del mondo – mantenendo, o conquistando, la propria piena sovranità, possano scegliere la via della cooperazione e non del conflitto, del mutuo appoggio e non della guerra, del progresso e non della reazione.
Un imperialismo, quello occidentale, che schiaccia il suo tallone di ferro anche sul collo delle classi subalterne dei propri paesi, e riduce a ormai poche garanzie quelle che erano state le conquiste che il mondo del lavoro aveva strappato con durissime lotte.
Esso non vuole lavoratori, ma schiavi, privati dei più elementari diritti, non vuole cittadini ma sudditi svuotati di capacità decisionale, ed attua una politica sempre più discriminatoria e regressiva nei confronti delle donne, delle minoranze e degli immigrati.
L’Unione Europea, poi, che per anni si è nascosta dietro una falsa ideologia progressista ha da tempo gettato la maschera, e si mostra per quello che è: uno strumento in mano alle oligarchie europee contro la classe operaia dei suoi stessi paesi, e dei i popoli che cerca di soggiogare con la propria politica negli altri continenti, in specie in Africa.
Una Unione Europea che si sta riarmando, e sta sviluppando il suo braccio armato, una Unione Europea che ha reso il Mar Mediterraneo il più grande cimitero del continente, un Unione Europea che agita strumentalmente la questione dei diritti umani solo in funzione dei propri interessi di politica estera ma non li rispetta in casa propria.
Una Unione Europea che con la nomina del governo Draghi ha commissariato il nostro Paese, scegliendo l’ex capo della BCE come perno di una strategia di ristrutturazione produttiva, decisa a Bruxelles, e di avventurismo bellicista che le classi popolari stanno già pagando, e pagheranno sempre più, se non sorgerà una opposizione politico-sociale degna di questo nome.
Lo sciopero generale dell’11 ottobre scorso, indetto dall’USB con tutto il sindacalismo di base e conflittuale, e lo sciopero del comparto privato di USB di questo 22 aprile scorso con una mobilitazione nazionale a Roma, insieme al contestuale sciopero studentesco dell’Organizzazione Studentesca d’Alternativa, sono i primi, ottimi segnali, che fanno ben sperare e che come Rete dei Comunisti abbiamo sin da subito appoggiato e contribuito a costruire.
In questo contesto mondiale di tendenza alla guerra il movimento organizzato dei lavoratori a livello internazionale è chiamato ad un compito assai difficile come lo fu alla vigilia della Prima Guerra Mondiale dove la follie delle classi dirigenti europee portarono a quel triste macello che bene conosciamo, e che non venne impedito anche a causa del social-sciovinismo dei suoi dirigenti che tradirono lo spirito internazionalista.
Da quella catastrofe, però in quella che era la Russia Zarista trionfò la Rivoluzione Bolscevica del 1917 che diede un messaggio di speranza a tutti i popoli, che pensiamo che sia ancora valido e pulsante.
Come Rete dei Comunisti, grazie alla forza che la vostra presenza ci trasmette, continueremo la nostra battaglia contro la NATO e l’Unione Europea, e per rafforzare il sindacalismo indipendente, conflittuale e di classe dell’Unione Sindacale di Base.
Per la Pace tra i Popoli! Per il Socialismo!
Rete Dei Comunisti
web: www.retedeicomunisti.net
email: rdc.internazionale@gmail.com