Le mani sulla città: il valore del suolo “interstiziale”
[Bologna. Dove sta andando la vecchia signora?] Nel Quadro Conoscitivo del Piano Strategico Strutturale Comunale del 2003 erano indicati dieci “motori di sviluppo” a Bologna: cinque industriali (meccanica, alimentare, editoria, abbigliamento e informatica) e cinque “terziari” (comunicazioni, commercio, sanità, università e turismo). Ora, nel caso drammatico che la crisi in atto sia strutturale e non soltanto congiunturale (che si sviluppi quindi a U piuttosto che a V), essa finirebbe per danneggiare irrimediabilmente la capacità d’esportazione del distretto manifatturiero bolognese facendo venir meno il “motore” dello sviluppo industriale. La produzione della ricchezza a Bologna si troverebbe affidata soprattutto ai settori terziari.