[Maurizio Donato in Contropiano Anno 1 n° 4 – 11 novembre 1993] Gli economisti borghesi e la Confindustria cominciano a fare seriamente i conti con la crisi capitalistica. Ottenuto tutto il possibile sul costo del lavoro e la flessibilità, con un costo del denaro non più proibitivo, con un governo che ha impugnato la crociata contro il debito pubblico, i padroni non hanno più alibi per scaricare su altri le ragioni della crisi. Secondo la Relazione previsionale e programmatica per il 1994 presentata il 30/9/1993 dai ministri Spaventa e Barucci, “in presenza di aumenti di produttività dell’ordine dell’1,7%, il costo del lavoro per unità di prodotto nell’industria in senso stretto si dimezza da 3,7% nel 1992 a 1,9% nel 1993, consentendo un recupero dei margini delle imprese erosi nel decennio precedente.